domenica 2 ottobre 2016
EUROPA: una riflessione
Cos'è dunque l'Europa?
Cos'è stata e cos'è diventata?
A seguito dello scossone britannico, una nuova "minaccia", quella ungherese relativa al referendum sulle quote di immigrati da dover ospitare, dettate da Bruxelles.
Reticenze tedesche, francesi, polacche, slovacche...
Blocchi alle frontiere con l'Italia.
Baluardo d'umanità: Lampedusa.
E' questa l'Europa che hanno sognato? E' questa l'Europa che sognavamo?
La sogniamo ancora? Sono bastati gli immigrati per metterla in discussione?
O cova dell'altro? Il Vecchio Continente potrà
un giorno trovare la forza di dirsi realmente unito?
I britannici avevano già un piede dentro ed uno no.
Un amico brasiliano mi fa: "voi europei", che strano, ho pensato: "europeo io"?
L'Europa unita è un concetto molto complesso.
Le identità nazionali sono fortissime:
in Italia si parla l'italiano, in Francia si parla il francese, in Germania il tedesco,
in Grecia il greco, in Spagna lo spagnolo, in Portogallo il portoghese ... ecc. ecc.
Il compromesso legislativo europeo, sta spesso stretto alle nazioni che ne fanno parte.
Tutti gradiremmo delle leggi "ad hoc", dimensionate per il nostro Paese, ciò diventa
spesso inconciliabile; ci vuole il vento per i mulini olandesi ed il sole per i pomodori italiani.
In attesa di sviluppi, continuiamo a correggere i turisti giapponesi, turisti per antonomasia,
dicendogli che, quando torneranno nel Paese del Sol Levante, non dovranno dire che sono stati
nella bella Europa, ma che hanno visitato la meravigliosa "città eterna", Roma, in Italia e che poco importa che poi si siano andati a fare un giro a Parigi per la Torre Eiffel, in Grecia per il Partenone,
passando da Dublino...
lunedì 9 maggio 2016
sabato 20 febbraio 2016
Aggiustando
Proseguendo,
sulla strada del sentire,
mi rassereno
nel controllare le orme lasciate
che, già
cancellate, hanno abbracciato la mia storia,
una tra le
tante, un pezzo di memoria nell'andirivieni
dei destini,
nei chiaroscuri dell'animo laddove è bello sapersi amati.
Ho rivisto
il mostro, l'ho guardato negli occhi, quei suoi occhi
incantatori,
quel suo silenzio, rumoroso nelle stanze dei miei trascorsi.
Ho raggiunto
la ragione che cercavo, ne ho assaporato la sconfitta,
la
deplorevole "scusa" che è solo pronunciata, respirata ad alta voce.
E' un gioco
questa vita, è l'eternità stessa racchiusa in quella lacrima
non
scivolata sull'avaro volto, con testardaggine trattenuta nel lobo oculare,
così solo
per guardare, come se un fuoco intenso stesse bruciando in mezzo a noi,
tra noi lì,
deformandoci. Depurante quella fiamma che riporta sulla retta via, non grigia,
razionalmente
inquadrata nei passi a proseguire e adeguatamente distanziata
dallo sguardo
indiscreto ed irriverente, è il percorso verso il vero sé.
Francesco Iannitti
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